Il secondo turno tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen è entrato in una fase decisiva: i seggi elettorali sono già stati chiusi in gran parte della Francia, solo nelle grandi città c'è ancora un voto e il ballottaggio è iniziato.
Secondo i dati del Ministero dell'Interno, la partecipazione al secondo turno ha raggiunto il 63,23% alle 17, due punti in meno rispetto al 2017 (65,3%). Questa cifra rappresenta anche una diminuzione di quasi due punti rispetto alla partecipazione allo stesso tempo al primo turno (65%).
Come nel 2017, i 49 milioni di francesi hanno dovuto scegliere tra l'attuale presidente e il candidato di destra. Tuttavia, cinque anni dopo, la Francia non è lo stesso paese: le proteste sociali hanno segnato la prima metà del mandato di Macron, una pandemia globale ha confinato milioni di persone e l'offensiva russa in Ucraina ha scosso duramente il continente europeo.
La guerra alle porte dell'Unione europea (UE) ha sorvolato la campagna, sebbene la principale preoccupazione dei francesi fosse il loro potere d'acquisto, in un contesto di aumento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari.
Oltre a scegliere tra due modelli di società, gli elettori hanno in mano la possibilità di scegliere quale posto nel mondo vogliono per questa potenza economica e nucleare fino al 2027, una decisione che potrebbe comportare cambiamenti nelle alleanze se Le Pen vincesse.
L'erede del Fronte Nazionale propone di iscrivere la «priorità nazionale» nella Costituzione, di escludere gli stranieri dall'assistenza sociale e sostiene l'abbandono del comando integrato della NATO e la riduzione delle competenze dell'UE.
Il presidente uscente sostiene invece più Europa, sia in materia economica, sociale o di difesa, e recuperando il suo slancio riformista e liberale, con la sua proposta di punta di ritardare l'età pensionabile da 62 a 65 anni, che nel 2020 ha già creato massicce proteste.
«Tra peste e colera, dobbiamo fare la scelta giusta», ha detto Pierre Charollais, un pensionato di 67 anni a Rennes (ovest), sostenendo un «voto responsabile» in un contesto «particolare» a causa della guerra in Ucraina e della presidenza francese dell'UE.
Tutti i sondaggi prevedono una vittoria per l'attuale presidente, anche se con una differenza molto minore rispetto a quella ottenuta nel 2017, quando ha raddoppiato il suo rivale nei voti (66,1% contro il 33,90%).
Ora, gli ultimi sondaggi pubblicati venerdì gli hanno dato il vincitore con una fascia compresa tra il 53,5% e il 57,5% dei voti, anche se il numero degli indecisi è alto. Inoltre, è previsto un alto tasso di astensione, che potrebbe essere anche più alto rispetto al primo turno, quando uno su quattro registrato nel censimento non è andato alle urne.
A differenza di quanto ha fatto all'inizio della campagna, Macron per questo secondo turno è stato pienamente coinvolto ed è riuscito ad espandere il materasso rispetto a Le Pen, secondo quei sondaggi.
Il presidente, che aspira ad essere il primo a riconvalidare il suo mandato senza aver avuto una convivenza (un governo di colore politico diverso dal suo), ha avvertito nei giorni scorsi del rischio di eccessiva fiducia, che potrebbe tradursi in una sorpresa che ha paragonato a quella del referendum sulla Brexit del 2015 nel Regno Unito o l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti l'anno successivo.
Nelle ultime due settimane, si è sforzato di evidenziare i rischi connessi all'elezione di Le Pen, che a suo avviso spezzerebbe la società francese con i suoi attacchi agli immigrati o con il suo progetto di vietare il velo islamico nelle strade, e che comporterebbe l'uscita della Francia dall'Unione europea, perché darebbe priorità al diritto nazionale della Comunità e ridurrebbe il contributo di Gala al bilancio.
Anche la candidata di estrema destra ha giocato l'attacco, con dure accuse al piano di Macron di ritardare l'età pensionabile a 65 anni e criticando il suo atteggiamento «arrogante» e «altezzoso».
Si è presentata come portavoce del popolo, ha difeso i suoi tagli alle tasse sui carburanti e un centinaio di materie prime per contrastare l'inflazione e ha promesso di proteggere i francesi dalla globalizzazione, a differenza del suo rivale, che lei accusa di essere «il candidato delle élite». Una strategia che lo ha posto più vicino che mai alla vittoria, ma secondo i sondaggi ancora sotto il 50% dei voti.
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