Ballotage in Francia: Emmanuel Macron e Marine Le Pen vanno alla presidenza con un elettorato poco entusiasta

L'attuale presidente arriva alle elezioni con un leggero vantaggio nei sondaggi sul candidato di estrema destra, vantaggio che ha consolidato nei frenetici ultimi giorni della campagna elettorale, tra cui una performance sfrenata nel dibattito di mercoledì

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FILE PHOTO: Candidates for the 2017 presidential election, Emmanuel Macron (R), head of the political movement En Marche !, or Onwards !, and Marine Le Pen, of the French National Front (FN) party, pose prior to the start of a live prime-time debate in the studios of French television station France 2, and French private station TF1 in La Plaine-Saint-Denis, near Paris, France, May 3, 2017.    REUTERS/Eric Feferberg/Pool/File Photo
FILE PHOTO: Candidates for the 2017 presidential election, Emmanuel Macron (R), head of the political movement En Marche !, or Onwards !, and Marine Le Pen, of the French National Front (FN) party, pose prior to the start of a live prime-time debate in the studios of French television station France 2, and French private station TF1 in La Plaine-Saint-Denis, near Paris, France, May 3, 2017. REUTERS/Eric Feferberg/Pool/File Photo

Come cinque anni fa, Emmanuel Macron inizia come favorito per vincere il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. Ma se la sua vittoria è stata indiscutibile nel 2017, l'avanzata dell'estrema destra Marine Le Pen tinge di qualche incertezza nel duello alle urne di questa domenica.

I sondaggi nella Francia continentale si apriranno alle 8 (ora locale, 6 GMT) e chiuderanno 12 ore dopo, seguiti da proiezioni che di solito prevedono il risultato con una certa precisione.

La Francia ne è consapevole faccia a faccia, così come l'Europa, che in caso di sorpresa verrebbe privata di uno dei suoi principali sostenitori e sperimenterebbe l'avvento al potere di un euroscettico a capo della sua seconda economia e uno dei suoi motori insieme alla Germania.

Il verdetto è nelle mani di quasi 49 milioni di francesi al termine della campagna più indifferente, meno appassionata, quella che ha attirato meno interesse negli ultimi anni, che prevede una cifra di astensione che si scontrerà con la più alta della storia.

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I riflettori saranno puntati su elezioni che iniziano con un chiaro favorito ma non senza suspense.

Sebbene tutti i sondaggi prevedano una vittoria per Macron, non hanno mai piazzato un candidato di estrema destra così vicino alla vittoria.

Nel 2002, Jean-Marie Le Pen, il fondatore del Fronte Nazionale, è sceso sotto un quinto dei voti con 5,5 milioni di voti e quindici anni dopo sua figlia Marine, che da anni lava la faccia del partito, ha superato un terzo delle schede elettorali e 10 milioni di sostenitori.

Se i sondaggi non saranno confusi, questa domenica supererà il 40% e aggiungerà circa 6 milioni di elettori a quelli di cinque anni fa.

L'ereditiera dell'estrema destra ha raggiunto gran parte della sua scommessa, trasformando il suo movimento in un'altra partita, levigando al massimo i rifiuti, arrotondando gli angoli più fastidiosi e ponendosi alle porte del potere.

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DEL BREXIT UN TRUMP

Alcuni sondaggi lo pongono ai limiti del margine di errore, alla portata di una grande sorpresa che alcuni paragonano a quella avvenuta nel referendum sulla Brexit del Regno Unito nel 2015 o all'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti l'anno successivo.

Come allora, nessun sondaggio lo prevedeva, ma lo ha fatto, il che ha giustificato gli appelli di Macron per evitare l'eccessiva fiducia.

Il presidente ha visto come la rielezione, che sembrava una questione quasi chiusa un mese fa, lo abbia costretto a scendere sull'arena elettorale e combattere con tutte le sue armi.

Cinque anni segnati dalle proteste dei giubbotti gialli, i graffi della pandemia e l'inflazione alimentata dalle conseguenze della guerra ucraina hanno mitigato i suoi guadagni economici e dato vita al suo rivale.

Il rifiuto dell'estrema destra non è più una garanzia di successo perché gran parte dell'elettorato ha perso la paura e gli appelli delle altre parti a bloccarne l'arrivo al potere sono più tiepidi che in passato.

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TUTTE LE ARMI

Sul fronte diplomatico dell'Ucraina durante il primo turno, Macron ha beneficiato della forza della statura del suo statista per finire in testa, con il 27,8% dei voti, più di quattro punti sopra Le Pen.

Minacciato, il presidente è sceso sull'arena elettorale e ha girato paesi e città con due messaggi sotto il braccio: da un lato, per ricordare il vero volto dell'estrema destra, antisemita e filo-russa. D'altra parte, per mandare l'occhio ai quasi otto milioni di elettori che hanno scommesso sulla sinistra Jean-Luc Mélenchon al primo turno.

Per loro, ha ammorbidito la loro riforma pensionistica e ha messo l'ecologia al centro del loro progetto, che, secondo i sondaggi, ha permesso loro di convincere due su cinque.

Lo stesso corteggiamento a cui Le Pen, autoproclamato portavoce del popolo, candidato al potere d'acquisto e sostenitore delle cause dei più svantaggiati, li ha presentati, un messaggio che ha permeato gli strati inferiori della società e il 20% dell'elettorato di Mélenchon.

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L'estrema destra ha sottolineato il rifiuto che Macron risveglia, sulla sua «arroganza» e sul «superbo» con cui il presidente delle élite, lontano dal popolo, si rivolge ai francesi, il trucco con cui spera di risvegliare gli astensionisti che sono gli unici che possono farlo protagonista di un enorme elettorale sorpresa.

Il leader dell'estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon, che ha conquistato un terzo posto stretto al primo turno di votazioni il 10 aprile, si è categoricamente rifiutato di esortare i suoi milioni di follower a sostenere Macron, pur insistendo sul fatto che non dovrebbero esprimere un solo voto per Le Pen.

La posta in gioco è enorme, poiché Macron promette riforme e una maggiore integrazione dell'UE, mentre Le Pen insiste sul fatto che il blocco deve essere modificato in ciò che i suoi avversari descrivono come una «Frexit» con un altro nome.

Macron si è anche opposto amaramente al suo piano di mettere fuori legge l'uso del velo musulmano in pubblico.

Se eletto, ci si aspetta che Macron, in un gesto simbolico, si rivolga ai suoi seguaci sul Champ de Mars, nel centro di Parigi, ai piedi della Torre Eiffel.

(Con informazioni fornite da EFE e AFP)

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