Più di 300 scienziati e accademici hanno chiesto questo martedì attraverso una lettera al presidente Andrés Manuel López Obrador di cancellare il Treno Maya, una delle mega-opere di punta del suo governo.
Nel documento, hanno sottolineato che i lavori di costruzione nel sud-est del Messico vengono costruiti senza una valutazione seria, attenta e scientifica degli impatti ambientali che provoca.
Inoltre, hanno affermato che da quando il progetto è stato annunciato nel 2018, hanno cercato un riavvicinamento con il presidente federale per spiegargli i motivi per cui «il lavoro non è ottimale» e hanno sottolineato il fatto che «la consultazione preventiva e informata» non è stata effettuata nelle comunità indigene del regione.
Gli scienziati hanno riferito che anche a questo punto, in cui è già stato causato un danno irreparabile, i lavori possono essere rallentati, e per questo hanno nuovamente presentato ad AMLO 20 ragioni, tra cui:
- La protezione delle popolazioni indigene.
- Le condizioni fragili e fragili del suolo dello Yucatan.
- Danni al più importante sistema acquifero del Messico.
- Contaminazione delle acque sotterranee da parte di rifiuti inorganici.
- Il sistema di grotte e fiumi sotterranei della zona.
- La salute delle mangrovie, delle zone umide e delle barriere coralline e batteriche.
- La mancanza di trattamento residuo.
- Genererà una migrazione massiccia che avrà un impatto sulle foreste.
Si sono anche rammaricati che alle forze armate siano stati dati i poteri per sviluppare il progetto Maya Train, come è successo con il nuovo aeroporto internazionale Felipe Ángeles.
Per tutti questi motivi, hanno chiesto urgentemente al presidente López Obrador:
- Fermare i lavori sul treno Maya.
- Che venga fatta una valutazione seria degli impatti che il lavoro ha causato.
- Che le risorse siano stanziate per il ripristino sociale ed ecologico della regione.
- Che ci sia una discussione approfondita che includa le popolazioni indigene su questo e altri progetti infrastrutturali.
I ricercatori hanno affermato che non stanno cercando un confronto con il governo federale, ma piuttosto un dialogo che ci permetterà di trovare alternative sostenibili che rispettino le condizioni ecologiche e sociali dei popoli e delle comunità.
La lettera coincide con la decisione di un tribunale dello Yucatan, che ha concesso una sospensione provvisoria sulla sezione 5 a sud del treno Maya, a seguito di un amparo presentato da subacquei professionisti.
Vale la pena ricordare che alla fine dello scorso marzo, celebrità del mondo dello spettacolo, come Eugenio Derbez e Rubén Albarrán, hanno condiviso il video della controversa campagna «Sélvame del tren» lungo il percorso della sezione 5 del Treno Maya che attraverserà il sud-est del Messico e dove dicono che influenzerà irreversibilmente la giungla e i cenotes.
A questo proposito, il Segretariato per l'ambiente e le risorse naturali (Semarnat) li ha descritti come «pseudo-ambientalisti».
L'agenzia guidata da María Luisa Albores ha sottolineato che la campagna mira a «disinformare la popolazione».