Il mese di aprile non è stato facile per i leader sociali di tutto il paese, poiché le continue minacce e molestie contro di loro hanno messo a repentaglio il loro lavoro di difensori di diverse cause e della vita stessa. Purtroppo nelle ultime ore c'è stato un nuovo omicidio nella parte orientale del Paese, perché un difensore dei diritti umani è stato ucciso in eventi confusi che sono ancora sotto inchiesta, proprio in una zona dove poche ore fa aveva denunciato un massacro.
La vittima è stata identificata come John Jairo Esquivel, membro della Guardia Campesina e dell'Associazione Nazionale Campesino ASONALCA. L'incidente violento si è verificato nel villaggio di Salem del comune di Fortul ad Arauca, tuttavia, finora i motivi dell'incidente non sono stati chiariti, le informazioni stabilite dall'Istituto per lo sviluppo e gli studi sulla pace (Indepaz), evidenziano che, con questo crimine, i leader 56 hanno già stato ucciso finora quest'anno 2022, oltre ai 15 firmatari della pace che sono morti anche quest'anno per varie cause criminali.
Per il dipartimento di Arauca sono già stati emessi diversi appelli all'attenzione, per quanto riguarda la presenza di gruppi criminali e l'escalation di violenza nel territorio, questo è diventato ancora più visibile dall'inizio dell'anno, poiché i conflitti nella zona di confine tra gruppi armati hanno direttamente sommerse la popolazione in costante belligeranza. Questi eventi hanno violato direttamente l'integrità della comunità, che ha dovuto recarsi in diverse aree del Paese e all'interno dello stesso dipartimento, perché è stata direttamente intimidita dai gruppi insorti.
La stessa comunità si è lamentata della costante militarizzazione della regione, che ha anche esortato i criminali ad aumentare il loro comportamento con le armi e lasciare gli abitanti delle città nel mezzo del conflitto, poiché si è gradualmente spostata nelle aree urbane, lasciando alla deriva donne, bambini e anziani.
Secondo la Joel Sierra Foundation, un'organizzazione che ha subito un attacco alle sue strutture a gennaio, ha avvertito la settimana precedente di sette atti criminali contro gli Araucanos, e ha anche sottolineato che l'intervento del governo in questa regione ha avuto scopi diversi rispetto alla salvaguardia dello stesso cittadinanza.
Nel comunicato fatto dall'organizzazione non statale, si citava: «Il popolo Araucano continua ad affrontare l'escalation del conflitto politico, sociale e armato, fin dai primi giorni dell'anno; che lascia già i leader assassinati, minacciati, attaccati, atti di barbarie e terrorismo, sfollati. Inoltre, più di cento morti violente di cui sette sono donne, tra cui una minorenne».
La preoccupazione aumenta, perché nonostante i Ministeri dell'Interno e della Difesa abbiano annunciato misure diverse per quanto riguarda l'aumento della forza militare, ciò non è stato però sufficiente per l'ampia precarietà subita dagli abitanti dei comuni limitrofi al confine, considerando che sono i punti più colpiti a causa della violenza, a causa della necessità dei gruppi armati di impadronirsi del territorio e delle aree di interferenza con le rotte del traffico di droga.
Un altro evento che ha aumentato la preoccupazione è stato il massacro di quattro persone nel comune di Tame, tra cui due minori. A seguito di questo atto criminale, sono rimaste ferite anche cinque persone che si trovano in convalescenza presso l'ospedale di San Antonio de Tame in quella giurisdizione.
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