Per la prima volta dal 2019, Francesco ha celebrato il Giovedì Santo con un tradizionale lavaggio dei piedi in un carcere in Italia

Dopo aver sospeso quella cerimonia nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia, il Sommo Pontefice ha incontrato nuovamente i più svantaggiati. Al mattino, la Settimana Santa è iniziata da San Pedro

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Pope Francis washes the feet of inmates at the Civitavecchia prison in Civitavecchia, Italy, April 14, 2022. Vatican Media/Handout via REUTERS THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY.
Pope Francis washes the feet of inmates at the Civitavecchia prison in Civitavecchia, Italy, April 14, 2022. Vatican Media/Handout via REUTERS THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY.

Papa Francesco è tornato giovedì in prigione per celebrare la messa «In Coena Domini» del Giovedì Santo, che commemora l'Ultima Cena, e si è inginocchiato davanti a loro per lavarsi i piedi, incoraggiandoli ad aiutarsi a vicenda, dopo due anni in cui la pandemia aveva sospeso questa tradizione.

A differenza degli ultimi anni, il Vaticano ha scelto di mantenere questa messa sotto una grande riserva e non ha nemmeno annunciato il passaggio del Papa in questa prigione, la sesta che ha visitato per il Giovedì Santo nell'ultimo decennio, dal 2013.

Francesco, come confermato dalla Santa Sede in una breve dichiarazione al termine dell'evento, ha celebrato oggi pomeriggio la messa nel carcere di Civitavecchia, sulla costa romana, con alcuni prigionieri che ha poi lavato i piedi, come ha fatto Gesù con i suoi discepoli.

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Le uniche tre immagini rilasciate dal Vaticano mostrano il Papa inginocchiato davanti ai detenuti nonostante il dolore al ginocchio e uomini e donne di varie età e nazionalità, che indossano maschere.

Durante la messa, il pontefice ha spiegato in un'omelia estemporanea che, con questo gesto, Gesù ha insegnato il valore di aiutarsi a vicenda: «Dovete lavarvi i piedi a vicenda, l'uno serve l'altro, senza interesse», ha esortato.

«Dio perdona tutto e sempre! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Ognuno di noi ha qualcosa nel cuore da molto tempo. Chiediamo perdono a Gesù», ha esclamato.

Francesco ha fatto una tradizione officiare la messa «In Coena Domini» il giovedì santo con i più svantaggiati, come i malati, gli immigrati e soprattutto i detenuti.

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La pandemia ha costretto questa tradizione a essere sospesa nel 2020 e nel 2021, ma l'anno scorso ha deciso di celebrare la messa con il cardinale Angelo Becciu, che lui stesso ha privato dei suoi diritti cardinali per irregolarità finanziarie per le quali rimane accusato.

Contro mondanità

D'altra parte, al mattino, il Papa ha iniziato i riti della Settimana Santa con la Messa crismale nella Basilica di San Pietro davanti a migliaia di persone, dopo che il coronavirus ha ridotto al minimo la capacità negli ultimi due anni.

Questa liturgia commemora l'istituzione del sacramento dell'ordine sacerdotale da parte di Gesù Cristo nell'Ultima Cena ed è dedicata al rinnovamento dei sacerdoti dei loro voti di povertà, castità e obbedienza. Ecco perché il papa si è rivolto al suo clero.

In particolare, ha avvertito di tre forme di «idolatria nascosta» che i pastori della Chiesa possono incorrere: la mondanità spirituale o la «cultura dell'effimero», il «primato del pragmatismo dei numeri» e la statistica o il «funzionalismo».

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«Un prete mondano non è altro che un pagano clericalizzato», è scattato.

Papa Francesco ha così iniziato i riti per il Triduo Pasquale, i tre giorni che porteranno alla Pasqua domenica prossima, decima del suo pontificato.

Il Venerdì Santo, quando i cattolici commemorano il Calvario e la morte di Gesù di Nazareth, Francesco presiederà la celebrazione della Passione nella Basilica di San Pietro, quando tradizionalmente medita completamente sdraiato sulla tomba dell'apostolo.

Questo è l'unico giorno del calendario liturgico in cui la messa non viene celebrata, ed è per questo che il pontefice e il suo clero si limiteranno ad ascoltare e riflettere sull'omelia del predicatore vaticano, cardinale e frate cappuccino Raniero Cantalamessa.

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L'Ucraina sulla Via Crucis

In serata, il Papa presiederà la Via Crucis nel Colosseo, simbolo della persecuzione dei primi cristiani, rito anch'esso sospeso a causa della pandemia e che quest'anno si svolgerà con la guerra in Ucraina come sfondo preoccupante.

Francesco è intervenuto più volte a causa di questo conflitto e sta anche pensando di fare un viaggio a Kiev e, per inviare un messaggio di riconciliazione, è stato proposto che la croce, in una parte del suo viaggio, sia portata da una famiglia ucraina e una russa.

L'iniziativa ha però incontrato la riluttanza dell'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, che non accoglie con favore la celebrazione di nulla con i russi vista l'invasione che il suo Paese subisce da quasi due mesi.

In ogni caso, sarà tempo di pensare al martirio del mondo. Per questo Francesco ha inviato il suo almonero, il cardinale polacco Konrad Krajewski, in Ucraina, che ha intenzione di celebrare un'altra Via Crucis a Kiev.

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Il Sabato Santo, il papa presiederà la Veglia pasquale, in cui è prevista la risurrezione di Cristo, battezzando e confermando alcuni adulti, e il giorno dopo giungerà a Pasqua, quando impartirà la tradizionale benedizione Urbi et Orbi, a Roma e al mondo.

Un atto che il Papa, affacciato sulla loggia centrale della Basilica Vaticana, sfrutta per rivedere i principali conflitti e tensioni del pianeta.

(Con informazioni fornite da EFE)

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