Tim Cook ha aperto il summit dell'International Association of Privacy Professionals (IAPP), tenutosi a Washington, USA, con un discorso incentrato sulle politiche di Apple proteggere la privacy degli utenti. A questo proposito, ha sottolineato che «è una delle battaglie più essenziali del nostro tempo».
Il manager ha riconosciuto che non è un compito facile proteggere la privacy ma ha detto che non può accettarne la possibile perdita. Cook riteneva che un mondo senza di essa sarebbe «meno fantasioso, empatico, innovativo e umano». E ha descritto la privacy come «un diritto umano fondamentale» che «arricchisce la vita delle persone».
Cook ha differenziato Apple da altre società che «estraggono dati sui dettagli della vita delle persone» e non danno loro «una vera opzione» per decidere in merito. Dopo aver affermato queste parole, ha difeso gli strumenti sviluppati dal gigante informatico per responsabilizzare l'utente, come la possibilità di decidere se un'applicazione può tracciare la sua attività in altre applicazioni e siti Web (App Tracking Transparency o «ATT»); così come la capacità di «proteggere le tue posizioni e indirizzi email».
A ciò si aggiunge che Apple l'anno scorso ha iniziato a rifiutare le piattaforme che raccolgono dati senza consenso. Queste sono le applicazioni che hanno «Adjust SDK», uno strumento che ci consente di monitorare l'utente utilizzando quella che viene chiamata impronta digitale, che si ottiene da informazioni come il modello di telefono cellulare o l'indirizzo IP, tra gli altri. Con esso, l'analisi del pubblico può essere effettuata a fini pubblicitari.
Cook ha evidenziato nel suo discorso che gli utenti sanno che tutte le applicazioni sull'App Store rispettano i forti standard di privacy dell'azienda.
Una delle misure adottate da Apple al riguardo l'ha portata a confrontarsi con Meta. Poco più di un anno fa, prima dell'attuazione dell'ATT, il social network ha pubblicato richieste su diversi giornali negli Stati Uniti dove ha sottolineato che la politica di Apple «limiterà la capacità delle aziende di pubblicare annunci personalizzati e raggiungere i propri clienti in modo efficace». Ha anche assicurato che gli inserzionisti vedrebbero le loro vendite tagliate del 60% per ogni dollaro investito a causa della politica sulla privacy dell'azienda guidata da Tim Cook.
Un altro aspetto che Cook ha evidenziato durante il suo discorso è stata la lotta di Apple per affrontare le minacce informatiche che fanno parte del mondo digitale, tra cui attacchi di social engineering, disinformazione e massicce fughe di dati.
L'esecutivo ha dichiarato che «la sicurezza è il fondamento della privacy, perché non c'è privacy in un mondo in cui i dati privati possono essere rubati senza impunità».
Cook ha sottolineato che per questi motivi i dati personali sull'iPhone sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita, in modo che «nemmeno Apple possa vederli». Ha detto che in azienda non installano backdoor su queste crittografie perché se lo facessero, chiunque potrebbe usarle, il che metterebbe a rischio la sicurezza.
Il CEO di Apple ha anche fatto riferimento alle «rigorose protezioni di sicurezza» implementate fin dall'inizio nell'App Store per proteggere i dispositivi dei suoi utenti da qualsiasi tipo di malware.
Cook ha anche detto che sta lavorando a regolamenti che possano mettere a rischio sia la privacy che la sicurezza di Apple. Ha dichiarato che la società è a favore della regolamentazione della privacy, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che tali regolamenti potrebbero «minare la privacy e la sicurezza».
Cook ha detto che queste politiche vengono attuate «in nome della concorrenza», qualcosa in cui ha assicurato che Apple crede, ma se questo costringe l'azienda a revocare il veto sulle app che entrano nei suoi iPhone, le conseguenze potrebbero essere gravi.
CONTINUA A LEGGERE: