L'Onu di fronte alla crisi forense in Messico: «Ci vorrebbero 120 anni per identificare i resti umani»

Attualmente, secondo la commissione per le sparizioni forzate, ci sono più di 52.000 morti non identificate

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Il fenomeno della crisi delle sparizioni in Messico non è un fatto che viene da solo, accanto è la crisi forense che il Paese sta vivendo. Attualmente ci sono più di 52.000 morti non identificati che giacciono in fosse comuni, strutture di servizi forensi, università e centri di protezione forense.

Questa cifra, nonostante la sua grandezza, non include corpi non ancora localizzati, né le migliaia di frammenti di resti umani che famiglie e commissioni di ricerca raccolgono settimanalmente in tombe clandestine.

Secondo diversi esperti intervistati dal Comitato delle Nazioni Unite (ONU) sulle sparizioni forzate, nelle condizioni attuali ci vorrebbero 120 anni per identificare i resti umani, senza contare i nuovi corpi che vengono aggiunti ogni giorno.

Ciò significa che molti di coloro che sperano di trovare i loro parenti scomparsi dovrebbero aspettare più di dieci decenni per scoprire se i resti dei loro cari sono stati identificati.

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Uno dei principali punti di allerta per il Comitato è il trattamento del materiale genetico consegnato dai parenti delle persone scomparse, nonché la salvaguardia e la protezione delle informazioni correlate.

Un altro punto allarmante rilevato dal collettivo dell'organizzazione mondiale è stato che ci sono carenze nel sistema di registro: informazioni incomplete, obsolete e prive di dati pertinenti (come la data di ingresso delle persone decedute, la loro origine, il luogo di scoperta, i corpi identificati e dati o meno alle famiglie e alla loro ubicazione) sono alcune delle situazioni testimoniate dal Comitato.

Inoltre, ci sono attualmente quattordici servizi forensi nel paese che non tengono un registro elettronico, il che rende difficile ottimizzare il servizio di localizzazione. Inoltre, molti dei registri previsti dalla legge generale dall'Ufficio del procuratore generale della Repubblica non sono ancora stati creati e la tecnologia e l'informatica del sistema unico di informazione non è stata implementata.

Va notato che la Bassa California, Città del Messico, Stato del Messico, Jalisco, Chihuahua, Tamaulipas e Nuevo León rappresentano il 71,73% degli organismi non identificati.

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In considerazione della circostanza, il Comitato delle Nazioni Unite ha denunciato che i servizi forensi sono insufficienti. Allo stesso tempo, ha sottolineato che esistono una varietà di strumenti previsti dalla legge generale che non sono stati ancora stabiliti, ma soprattutto che non esiste una politica pubblica di identificazione umana in relazione alla scomparsa delle persone.

Ha inoltre sottolineato alle autorità di affrontare le carenze nell'ubicazione e nella notifica di parenti o parenti di persone identificate e le irregolarità nel processo di identificazione, che impediscono alle persone notificate di un accertamento e di un'identificazione di essere certe che i resti ricevuti sono quelli del loro familiare scomparso.

Le cause strutturali attribuite alla crisi forense comprendono, da un lato, l'aumento dei livelli di violenza a seguito della militarizzazione della pubblica sicurezza, che si riflette nel numero di omicidi (27,8 per 100.000 abitanti nel 2020) e nel gran numero di persone scomparse: il Registro nazionale delle persone scomparse e non localizzate, contava al 13 aprile 98.944 persone la cui posizione è sconosciuta.

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