La Marina colombiana ha riferito, domenica 10 aprile, che nel corso di un'operazione congiunta con l'esercito nazionale, sono riusciti a sequestrare più di 140 chilogrammi di cocaina cloridrato che sono stati trasportati da due sudditi colombiani, a bordo di una barca di tipo Go Fast nel Golfo di Urabá.
In questo modo, l'istituzione ha sottolineato che questo importante risultato si è verificato quando la stazione di guardia costiera di Urabá, attraverso il Sistema integrato di controllo, traffico e sorveglianza marittima e fluviale, ha rilevato una nave sospetta che sarebbe salpata da un settore noto come El Uno e apparentemente sarebbe trasporto di pacchi con sostanze stupefacenti.
Dopo aver appreso le informazioni, le truppe dell'Esercito Nazionale hanno effettuato una chiusura a terra a Punta Cayman nel comune di Turbo, Antioquia, mentre i membri dell'equipaggio della Guardia Costiera hanno iniziato l'inseguimento e il successivo interdizione della barca.
In quel momento, e notando la presenza delle autorità, i soggetti che stavano equipaggiando la nave procedettero a gettare in mare i sei sacchi sospetti che stavano trasportando, non senza impedire alle autorità di recuperarli.
Una volta raggiunto questo obiettivo, i soggetti sono stati trasportati nelle strutture della stazione di guardia costiera di Urabá, dove, in coordinamento con la polizia nazionale, sono stati effettuati i test di identificazione preliminare omologati (PIPH) sul materiale recuperato, risultando positivo per 141 chilogrammi di cocaina cloridrato e 993 grammi di marijuana. Durante l'operazione sono state sequestrate anche apparecchiature di comunicazione e 97 galloni di benzina.
Le autorità hanno anche annunciato che, secondo le informazioni dell'intelligence, la cache sarebbe stata destinata all'America centrale. Le informazioni specificavano inoltre che il materiale sequestrato e i soggetti catturati erano stati messi a disposizione delle autorità competenti per iniziare il loro processo di azione penale.
Nel bel mezzo della strategia di Argenta, le autorità hanno catturato e perseguito nove persone che sarebbero state coinvolte nel riciclaggio di denaro a beneficio delle forze di autodifesa gaitaniste della Colombia (AGC), note anche come il clan del Golfo. Gli imputati sarebbero stati raggruppati in un'organizzazione illegale che, a quanto pare, ha ricevuto e aveva denaro che la suddetta struttura criminale ha ottenuto da sfollamento forzato, estorsione, traffico di droga, tra le altre condotte illecite.
La direzione specializzata contro il riciclaggio di denaro e la direzione specializzata per l'estinzione dei diritti di dominio della Procura della Repubblica, in coordinamento con la direzione investigativa criminale (DIJIN) della polizia nazionale, hanno stabilito che gli imputati avrebbero prestato i loro nomi a acquistare beni mobili, immobili e bestiame. Inoltre, sono state istituite società di copertura per dare l'apparenza di legalità alle risorse e farle circolare nel sistema finanziario nazionale.
A quanto pare, queste transazioni sono riuscite a riciclare più di 33 miliardi di pesos. I presunti membri della rete sono stati accusati di reati di arricchimento illecito di individui, di un concerto per commettere crimini a scopo di riciclaggio di denaro e di consulenza a gruppi criminali organizzati e gruppi armati organizzati.
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