La Corea del Nord ha accusato gli Stati Uniti di imporre sanzioni «infondate» a Mosca per la sua invasione dell'Ucraina e ha definito il presidente degli Stati Uniti Joe Biden «vecchio senile» attraverso i suoi media di stato
Il regime di Pyongyang, che in precedenza aveva criticato Washington per aver presumibilmente provocato la guerra in Ucraina, ha osservato che questo conflitto «è diventato improvvisamente una questione di diritti umani», affermando che il «perdente finale» della crisi saranno gli Stati Uniti.
Un commento pubblicato dall'agenzia statale KCNA indica gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali come «cervelli dell'aggressione che ha causato violenza, guerra, disastro umanitario e instabilità» nell'ex Jugoslavia, Afghanistan e Iraq.
La nota, firmata da Kim Myong Chol — che è riconosciuto come portavoce non ufficiale della Corea del Nord — assicura che i «crimini di guerra» denunciati dalla comunità internazionale in Ucraina «sono il prodotto di un complotto politicamente motivato» per «diffamare il prestigio straniero della Russia e provocare il crollo del suo regime».
Osserva anche che i commenti di Biden sulla guerra «mostrano l'imprudenza di un uomo anziano e senile» e noto per le sue «inesattezze», e afferma che il futuro degli Stati Uniti «sembra desolante con un uomo così debole al potere».
La Corea del Nord è oggetto di ampie sanzioni da parte della comunità internazionale per i suoi programmi nucleari e missilistici, e negli ultimi mesi ha accelerato i suoi test sulle armi, portando Washington ad aumentare la pressione sul regime guidato da Kim Jong-un, ma senza chiudere la porta al dialogo.
Pyongyang ha approvato nel gennaio 2021 un piano di modernizzazione delle armi che è alla base del recente aumento dei test sui proiettili.
Alla fine di marzo, il regime ha lanciato il suo primo missile balistico intercontinentale (ICBM) dal 2017 e si ritiene che potrebbe presto far esplodere di nuovo un dispositivo atomico per la prima volta in cinque anni.
Gli Stati Uniti hanno avvertito la Corea del Nord che il suo programma di lancio missilistico avrà «conseguenze». Secondo il governo di Joe Biden, quest'anno Pyongyang ha effettuato 13 lanci, tre dei quali erano missili balistici intercontinentali, con una lunga autonomia di oltre 5.500 chilometri.
Un alto funzionario dell'amministrazione ha spiegato in una telefonata con i giornalisti che sospetta che la Corea del Nord stia organizzando «nuove provocazioni» per questo mese e ha dichiarato che Washington si sta «preparando» per questo in coordinamento con i suoi partner a Seoul e Tokyo.
«Tutte le nostre azioni sono volte a far capire alla Corea del Nord che la sua escalation ha conseguenze e che la comunità internazionale non accetterà mai il suo programma di sviluppo delle armi come normale», ha detto.
La stessa fonte ha ricordato che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha già imposto sanzioni per impedire alla Corea del Nord di accedere alla tecnologia che le consentirebbe di sviluppare il suo programma missilistico.
Il funzionario ha detto a Pyongyang che «l'unica opzione praticabile è il dialogo», che Washington non ha un atteggiamento «ostile» nei confronti della Corea del Nord e che l'amministrazione di Joe Biden è disposta ad «ascoltare le preoccupazioni di Pyongyang».
(Con informazioni fornite da EFE)
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