Il senatore di origine cubana Marco Rubio si è unito alla controversia sulla presenza del militare russo Dmitry Vladimirovich Tarantsov come addetto dell'Ambasciata della Federazione Russa in Colombia. Ha fatto riferimento alla questione in relazione alle accuse che sono sorte contro il colonnello dai media colombiani per il suo presunto coinvolgimento nell'interferenza russa nelle elezioni statunitensi del 2016.
Il deputato Rubio, che è un membro del Partito Repubblicano ed è un membro della Commissione Select del Senato degli Stati Uniti sull'Intelligence ed è il suo membro più anziano, ha risposto a una domanda che gli è stata posta sulla questione durante la sua visita alla comunità venezuelana di Doral, in Florida.
«Che coincidenza che sia in Colombia!» , ha esclamato Rubio nel giro di domande, prima di dire di aver avvertito da più di un anno che «elementi della sinistra internazionale stanno cercando di interferire e creare il caos nelle elezioni della Colombia».
Secondo il senatore, questo blocco cercherebbe di interferire in America Latina attraverso strategie come il caos e la disinformazione, con il sostegno di persone provenienti da Cuba e Venezuela.
Di fronte alle accuse che si sono diffuse intorno a Dmitry Tarantsov, «che intende presentarlo [...] come una ciberspia presumibilmente legata alle azioni di interferenza nelle elezioni statunitensi», l'Ambasciata della Federazione Russa ha diffuso un comunicato stampa per difendere il suo addetto militare.
L'ufficio diplomatico russo osserva che Tarantsov è un militare in carriera a cui sono già state assegnate altre missioni all'estero. Come aveva già detto Infobae, lui e sua moglie, Vitaliya Anatolyevna Tarantsova, sono elencati come addetti aerei militari nell'elenco di diplomatici negli Stati Uniti dell'estate 2014. Il colonnello appare anche nel direttorio diplomatico del governo del Canada nel 2007.
Alla fine della missione del colonnello Tarantsov negli Stati Uniti, l'ambasciata russa assicura che è successo in condizioni normali «ed è tornata in Russia nel luglio 2015, cioè più di un anno prima delle elezioni presidenziali statunitensi. U.U.».
Inoltre, notano che le accuse contro Tarantsov derivano da un articolo di giornale di Foreign Policy, che cita anche un rapporto del comitato di intelligence del Senato degli Stati Uniti sulla suddetta interferenza, un documento in cui appare il cognome di Tarantsov.
Tra le migliaia di pagine del rapporto in cinque volumi, non c'è quasi una breve menzione di Tarantsov, che dice «non è noto se Tarantsov abbia partecipato all'evento»; in particolare nella sezione «Gli sforzi russi per indagare sui sistemi e i processi di voto degli Stati Uniti, così come altri elementi del voto infrastruttura». Il suo nome o patronimico non è nemmeno indicato nel resto dei documenti.
La dichiarazione si conclude affermando che questi rapporti su Tarantsov rappresentano «un altro aspetto della siafobia sull'orlo della caccia alle streghe. Punto. Nient'altro».
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