assicura la relazione presentata da Amnesty International.
Aggiunge che gli omicidi e le minacce contro i difensori dei diritti umani sono aumentati, principalmente ai leader sociali e alle persone di origine africana che sono anche vittime dello sfollamento.
L'organizzazione afferma che «dal punto di vista dei diritti umani, il 2021 è stato in gran parte una storia di tradimento e ipocrisia nei resti del potere. Anche così, la speranza di un mondo migliore dopo la pandemia è stata mantenuta viva grazie al coraggio degli individui, dei movimenti sociali e delle organizzazioni della società civile», va notato che, sebbene valuti il continente americano e il mondo intero, delimita le situazioni e le condizioni vissute per ultimo anno per paese.
Il rapporto spiega che i crimini secondo il diritto internazionale e le violazioni dei diritti umani, nel contesto del «conflitto armato prolungato», sono aumentati nei dipartimenti di Chocó, Cauca, Valle del Cauca, Nariño e Norte de Santander.
Dicono che 100.000 persone siano state sfollate con la forza durante il 2021 e sottolineano che nel contesto dello sciopero nazionale ci sono state molteplici lamentele sull'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza, soprattutto a Cali.
Amnesty International esamina le statistiche presentate dalla Foundation for Press Freedom, FLIP, che indicano la profilazione di persone che hanno denunciato, sui social network, «la violenza della polizia durante lo sciopero nazionale», secondo i dati, l'intelligence militare «ha profilato almeno 57 giornalisti», ottenere dati dalla sua posizione e dall'attività sui social media.
Il rapporto afferma che, secondo la Defend Freedom Campaign, 3.275 persone sono state arrestate «arbitrariamente» tra il 28 aprile e il 30 giugno. Raccontano il caso di Álvaro Herrera, Noé Muñoz e Sebastián Mejía che «sono stati picchiati e detenuti da civili armati, e successivamente hanno trascorso 24 ore sotto la custodia della polizia nazionale di Cali. Álvaro Herrera e Sebastián Mejía hanno riferito di aver subito torture e altri trattamenti crudeli e disumani durante la loro detenzione».
Un altro punto su cui Amnesty International mette in guardia è l'impunità, riferendosi ai casi in cui il PEC ha accusato 8 membri dell'ex segretariato delle FARC per crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Inoltre, nell'atto d'accusa di 25 ex soldati che sono legati a 127 esecuzioni extragiudiziali nella regione del Catatumbo, commesse tra il 2002 e il 2003, oltre ad altri 120 che presumibilmente si sono verificati tra il 2007 e il 2008. Queste «vittime» sono state presentate come falsi positivi.
L'ultimo caso a cui viene prestata particolare attenzione, in modo che non rimanga impunemente è quello di Dilan Cruz, un processo che è stato trasferito dalla Corte costituzionale dai tribunali militari ai tribunali ordinari.
CONTINUA A LEGGERE: