Dopo circa due mesi dall'attacco informatico subito dal National Institute for Drug and Food Surveillance (Invita), l'entità ha annunciato che riprenderà le sue procedure e servizi, dopo che questi sono stati ampiamente colpiti dalla contingenza tecnologica.
Come dettagliato dall'entità, da questo venerdì 1 aprile, vengono riprese anche tutte le azioni, i processi e le risposte agli ordini e alle risorse di rifornimento da parte di Invima.
Gli utenti possono presentare le loro procedure attraverso il sito web dell'Istituto www.invima.gov.co, attraverso il 'Virtual Office', dove possono effettuare il pagamento online per questi processi e successivamente «fare riferimento ai canali di comunicazione tramite email istituzionali».
Allo stesso modo, Invita ha chiarito che «le misure amministrative adottate con risoluzioni 2022500000 del 9 febbraio 2022, 2022500001 del 15 febbraio 2022, 2022500002 del 22 febbraio 2022, 2022500003 del 25 febbraio 2022, 2022500005 dell'8 marzo 2022 e 2022500009 del 16 marzo 2022, in vigore fino al 31 marzo 2022 marzo 2022, sono stati implementati al fine di garantire la fornitura di servizi forniti da Invima».
Pertanto, l'Istituto ha precisato che tali misure amministrative non implicavano né la sospensione, l'estensione o l'estensione della validità dei permessi sanitari, dei registri e/o delle notifiche, né comportavano alcuna modifica delle normative vigenti.
Invisa ha anche indicato che queste misure non hanno influito sulla modifica del «sistema di turni fornito dall'entità in base alle esigenze del servizio», al fine di gestire procedure, richieste, reclami, reclami o reclami da parte degli utenti.
«La validità delle registrazioni sanitarie, dei permessi o delle notifiche, il cui rinnovo è stato richiesto prima di Invima nell'ambito dell'opportunità legale e con l'adempimento dei requisiti previsti a tal fine, si considera prorogata fino agli atti amministrativi di un particolare e natura concreta che risolve in sostanza le domande di rinnovo «, ha aggiunto l'Istituto.
Secondo Invita, al momento ogni indirizzo dell'entità sta intraprendendo azioni appropriate per evitare di pregiudicare i diritti degli utenti le cui autorizzazioni, registrazioni e/o notifiche sanitarie vengono rinnovate, a seguito del cyberattacco.
«Poiché non è necessario adottare ulteriori misure amministrative, ad oggi Invima non emetterà altre risoluzioni a tal fine», ha concluso l'ente, ribadendo il suo impegno e quello delle autorità competenti per superare l'attacco informatico di cui Invita è stata vittima.
Vale la pena ricordare che i sistemi di Invita sono stati violati il 6 febbraio con un virus informatico noto come Blackbyte, che ha causato il blocco del suo sito Web e, quindi, certificati di esportazione e importazione e sportello unico per il commercio estero, tra gli altri servizi.
Per quanto riguarda il caso, l'esperto di sicurezza informatica dell'Università Centrale, Frederick Nicolai Ferro, ha spiegato in dialogo con RCN Radio che l'obiettivo di questi software dannosi era sfruttare la vulnerabilità dei siti Web privati o del governo nazionale, al fine di dirottare informazioni e successivamente richiedere denaro per restituirlo.
«Quando parliamo di dirottamento, significa che devi pagare soldi per Bitcoin e questi ransomware colpiscono i sistemi che non sono stati aggiornati correttamente con le patch del sistema operativo», ha detto lo specialista della sicurezza informatica allo stesso media.
Invita, da parte sua, ha assicurato che, sebbene l'attacco informatico abbia interessato le piattaforme in cui svolgono le loro procedure amministrative e le cartelle cliniche, non si è verificato alcun furto di alcun tipo di informazione.
CONTINUA A LEGGERE