Bora Milutinovic, che nella sua prima tappa alla guida della squadra di calcio messicana ha partecipato ai Mondiali Messico 1986, chiede che il processo di Gerardo «Tata» Martino verso il Qatar 2022 venga rispettato il prossimo novembre
In un'intervista con ESPN, Bora ha evitato di dire se è rischioso cambiare allenatore nazionale a questo punto, quando l'incumbent ha guidato il pareggio e ha vinto il biglietto della Coppa del Mondo e ha sottolineato che «in quel genere di cose devi essere molto analitico» e ha detto che l'ideale «è che quando tutto finisce (con la Coppa del Mondo) vedrai il risultato».
L'ex allenatore serbo, che era già stato licenziato prima della Francia 1998 con il biglietto della Coppa del Mondo in borsa, sottolinea che se sei già qualificato dovresti essere molto rispettoso «e credere nel lavoro dell'allenatore; è quello che dovresti fare: credere nelle persone che assumi».
Dopo aver sollevato Miguel Mejía Barón nella direzione tecnica nel 1995, Bora ha guidato la squadra nazionale messicana per due anni e secondo lui «abbiamo fatto un pareggio di successo»; tuttavia, quel rappresentante nazionale è stato criticato per il suo gioco e sebbene abbia ottenuto il biglietto in anticipo, i federativi ha deciso di cessare l'allenatore serbo-messicano e assumere Manuel Lapuente, che ha dovuto guidare la squadra ai Mondiali in Francia raggiungendo gli ottavi di finale, essendo eliminato dalla Germania 2-1.
Bora dice di aver lasciato Tri con grande orgoglio, visto che lo ha lasciato al quarto posto nella classifica FIFA «nel mese di gennaio», anche se non intendeva il modo in cui la nazionale si qualificava la Francia, perché «quello che dicono gli altri; ma ero felice perché nella mia seconda fase in Nazionale abbiamo fatto una buona squadra che si è qualificato per la Coppa del Mondo e siamo stati quarti nella lista FIFA; rimarrò fedele a questo».
Alla domanda se gli piaccia lo stile di gioco che Martino ha implementato, il cinque volte allenatore nei campionati del mondo ha detto:
Infine, ha detto che a quanto pare c'è molto tempo davanti per lavorare e arrivare nel miglior modo possibile all'evento di Coppa del Mondo, «ma non è importante quanto tempo ci sia; è importante quello che fai. La mia esperienza mi dice che il tempo non è importante, ma come la Nazionale sia preparata in ogni modo: tecnicamente, tatticamente e mentalmente».