Città del Guatemala, 24 mar L'Ufficio per i Diritti Umani dell'Arcivescovo del Guatemala (Odhag) sta attualmente costruendo un memoriale virtuale con il sostegno della cooperazione tedesca, per ricordare le 250.000 persone morte o scomparse durante il conflitto armato interno (1960-1996). L'organizzazione religiosa ha indicato questo giovedì in un comunicato stampa che lo scopo del memoriale è ricordare che «dietro ogni anima morta e scomparsa con la forza c'è una storia, una vita, una sofferenza». Secondo la stessa fonte, il memoriale virtuale è stato costruito «con il sostegno finanziario dell'organizzazione Agiamondo» attraverso il «Ministero federale per la cooperazione e lo sviluppo economico della Germania». Il direttore dell'Ufficio per i Diritti Umani dell'Arcivescovo del Guatemala, Nery Rodenas, ha detto che «è molto importante» l'esistenza di «spazi e strumenti della nuova tecnologia» che ricordino le vittime del conflitto armato interno. «E non è solo per i membri della famiglia, ma anche per le università su questioni di ricerca», ha aggiunto Rodenas. Il memoriale conterrà i dati delle vittime di diverse organizzazioni umanitarie in Guatemala come il Centro per l'azione legale sui diritti umani (Caldh) e l'Associazione dei parenti detenuti del Guatemala (Famdegua). Il conflitto armato interno in Guatemala ha lasciato più di 200.000 morti e 50.000 sono scomparsi tra il 1960 e il 1996, in uno scontro tra i guerriglieri e le forze di sicurezza considerato uno dei più sanguinosi in America Latina. «Più del 90% dei crimini commessi durante i 36 anni di combattimenti tra guatemaltechi sono attribuiti ai militari, secondo le Nazioni Unite e la stessa Odhag», ha sottolineato il comunicato stampa. Da parte sua, Manuel Farfán, direttore di Famdegua, ha accolto con favore la creazione del memoriale virtuale in memoria delle vittime della guerra civile guatemalteca. «Con il memoriale virtuale, vogliamo rendere visibili i nostri parenti scomparsi, mantenere vivi i loro ricordi e far sapere al Guatemala e a tutti chi erano e perché sono stati catturati», ha detto Farfan, nipote di Rubén Amílcar Farfán, arrestato dalle autorità nel 1984 senza essere conosciuto fino ad oggi dove si trovasse. La coordinatrice del progetto a Odhag, Luisa Nicolau, ha sottolineato che come progetto virtuale «migranti guatemaltechi» che hanno dovuto fuggire dal Paese a causa del conflitto armato interno potranno «ascoltare» e conoscere la storia di quanto accaduto. Nicolau ha spiegato che il memoriale virtuale sarà disponibile «sul sito www.memorial-genocide-guatemala.org» con accesso al pubblico in generale. Secondo l'Odhag, ci sono «alcuni settori della società guatemalteca che mostrano grande indifferenza» verso le vittime del conflitto armato interno. «Tuttavia, migliaia di guatemaltechi non possono cancellare quest'epoca dalla testa e dalla mente», ha concluso l'organizzazione religiosa. CAPO jcm/cfa