Sei associazioni hanno denunciato il candidato presidenziale di estrema destra Éric Zemmour per aver negato l'esistenza di crimini contro l'umanità, in particolare la deportazione di omosessuali durante la seconda guerra mondiale, hanno annunciato all'AFP mercoledì.
Queste associazioni anti-omofobia — Inter LGBT, Stop Homophobie, SOS Homophobie, Mousse, Adheos e Quazar — basano la loro azione su una frase tratta dall'ultimo libro del dibattito, in cui afferma: «La deportazione in Francia degli omosessuali a causa del loro 'orientamento sessuale', come si dice ora, è una 'leggenda'».
Zemmour spiega in quel passaggio un disaccordo con Jean-François Copé, ex leader del partito conservatore Unione per un movimento popolare (ora I repubblicani).
Copé aveva espulso un parlamentare «a causa delle polemiche che aveva provocato quando sosteneva che la deportazione degli omosessuali dalla Francia fosse una 'leggenda'», spiega Zemmour, per il quale il legislatore «ha ragione».
Nella loro denuncia, le associazioni affermano invece che «la deportazione degli omosessuali durante la seconda guerra mondiale è una realtà storica consolidata», che diversi leader francesi hanno riconosciuto come ex presidente Jacques Chirac nel 2005.
Sulla base di studi storici, questi gruppi affermano che «in Francia sono stati arrestati almeno 500 uomini accusati di omosessualità. Tra questi, almeno 200 furono deportati durante l'occupazione tedesca».
Le associazioni accusano Zemmour di «falsificare la storia per giustificare le sue posizioni omofobe» e affermano che la denuncia è la prima contro qualcuno per «aver negato la realtà della deportazione degli omosessuali durante la seconda guerra mondiale».
«Non sono a conoscenza del reclamo. Reagirò quando ne conoscerò il contenuto», ha detto all'Afp il suo avvocato, Olivier Pardo.
Zemmour era già stato processato e assolto in prima istanza per aver negato l'esistenza di crimini contro l'umanità, quando affermava che il maresciallo collaborazionista francese Philippe Pétain aveva «salvato» gli ebrei francesi.
Il processo d'appello si è svolto a gennaio e il verdetto è atteso dopo le elezioni presidenziali del 10 e 12 aprile prossimi.
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