Il Simon Wiesenthal Center ha chiesto al sindaco di Londra di fermare «l'antisemitismo» di Amnesty International in città

Il direttore dell'istituzione ha inviato una lettera a Sadiq Khan dopo che i membri della ONG hanno affisso un poster fuori dall'ambasciata israeliana che «incoraggia l'odio per Israele e mette in pericolo gli ebrei britannici»

Il Simon Wiesenthal Centre ha inviato una lettera al sindaco di Londra, Sadiq Khan, esprimendo il suo rifiuto delle azioni da parte dei membri di Amnesty International, che hanno messo un cartello stradale fuori dall'ambasciata israeliana nella capitale britannica, sotto il nome di «Apartheid Avenue W8 - Do not know allow Palestinesi».

La lettera è stata inviata dal direttore del Centro, Shimon Samuels, che ha assicurato che l'iniziativa portata avanti da Kristyan Benedict, direttrice della Divisione Crisi e Campagne del Regno Unito di Amnesty International, mirava a promuovere l'odio verso Israele e, quindi, a mettere in pericolo gli ebrei britannici.

«Questa è la prova che Amnesty è immersa in un profondo abisso pieno di antisemitismo», afferma la lettera.

«Le scriviamo, signor Intendente, per offrirle un possibile antidoto, che si è rivelato utile da Parigi a Buenos Aires: una strada intitolata al nostro mentore, Simon Wiesenthal, in un luogo appropriato di Londra, dove si potrebbero portare gli scolari e raccontare loro la loro storia», continua il testo di Samuels.

«Signor sindaco, non vediamo l'ora di lavorare con lei per stabilire un posto per Simon Wiesenthal a Londra, dove gli scolari possano essere portati a conoscere la sua storia», ha concluso il direttore del centro.

Un ritratto di Simon Wiesenthal, leader del Centro austriaco di documentazione ebraica, con in mano un documento. (Foto di Express/Express/Getty Images)

Wiesenthal, noto per essere stato un «cacciatore nazista», era anche un combattente per i diritti umani.

L'Austria, dove visse dopo la seconda guerra mondiale, lo portò ad unirsi alla sua delegazione nel 50° anniversario delle Nazioni Unite, così come a quella della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, scritta dal giurista ebreo francese René Cassin.

In quell'occasione, Wiesenthal si concentrò sui genocidi in Bosnia e Ruanda.

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