Gli Stati Uniti vietano alla società di telecomunicazioni cinese di operare per «rischi per la sicurezza»

Mercoledì le autorità di regolamentazione statunitensi hanno ritirato la licenza per le telecomunicazioni della Pacific Networks, di proprietà statale cinese, in un recente colpo di stato nel confronto latente tra Pechino e Washington.

In precedenza, Washington aveva revocato i permessi di China Telecom e China Unicom, e la Federal Communications Commission (FCC) ora ha dato a Pacific Networks e alla sua controllata ComNet 60 giorni per chiudere il loro servizio.

«La proprietà e il controllo delle aziende da parte del governo cinese rappresentano rischi significativi per la sicurezza nazionale e le forze dell'ordine», ha detto la FCC in una nota, aggiungendo che Pechino potrebbe monitorare o interrompere le comunicazioni negli Stati Uniti.

Pechino ha criticato una misura che «allarga palesemente il concetto di sicurezza nazionale».

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha dichiarato in una conferenza stampa giovedì che la mossa è stata «un abuso del potere statale e una repressione irragionevole delle società cinesi».

ComNet non ha ancora risposto a una richiesta di commento da parte di AFP.

La revoca dell'autorizzazione operativa di Pacific Networks arriva in un momento in cui il presidente democratico Usa Joe Biden ha spinto per una strategia di confronto con la Cina, strettamente allineata a quella del suo predecessore repubblicano Donald Trump (2017-2021), il cui approccio protezionistico ha scatenato tensioni.

Le relazioni tra le due maggiori potenze mondiali sono state tese su diversi fronti, tra cui il commercio, i diritti umani, Taiwan e la pandemia di covid-19.

China Telecom è il più grande operatore di rete fissa della Cina, ma ha affrontato problemi negli Stati Uniti per anni, soprattutto sotto l'amministrazione Trump, che si è ripetutamente scontrata con Pechino per il commercio.

Le società di telecomunicazioni hanno combattuto le restrizioni. China Unicom ha dichiarato in una dichiarazione a gennaio che la decisione della FCC è arrivata «senza alcuna base giustificabile e senza fornire un giusto processo».

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